Cosa mi fa commuovere la domenica mattina? C'è meno gente per strada e più tempo per dialogare con la città. Per emozionarsi. Di essere ancora qui, nonostante tutto. Quando tutti dormono, io cammino. Sempre in antipo, nel bene e nel male. Chissà chi avrà trovato la mia sciarpa, cadutami per sbaglio senza che me ne accorgessi sul selciato la scorsa settimana. Non c'era nessuno intorno pronto a raccoglierla a quell'ora. Al ritorno ho ripercorso la strada ma non l'ho trovata. E oggi ciclicamente è accaduto di nuovo. Me ne renderò conto qualche ora dopo quando sarà ormai troppo tardi. Decisamente il segnale di passare all'abbigliamento primaverile. Oggi faceva ancora freddo. Ma in preda alla commozione non mi sono accorto che la sciarpa scivolava via chissà dove. Se fossi in Italia potrei facilmente essere derubato. A cosa stavo pensando di così importante? A niente in particolare. Catalizzavo le energie di questa metopoli che ha bisogno di piangere qualche volta. Perchè ha paura di quello che si dice di lei e del prossimo futuro. Solo la domenica mattina si mostra a pochi con la faccia triste. In quella tristezza, si manifesta la mia commozione. Piango per la sua rassegnazione. Quante se ne sono dette in questi mesi. Quanti se ne sono andati. Quanti l'hanno amata e poi tradita. Piango perchè nonostante tutto non la sento mia e non riesco consolarla. Ha aperto il suo cuore ed io la respingo. Assecondare i suoi desideri significherebbe sacrificarsi. E non basterei certo io a placare il suo animo calpestato. Ogni giorno però inevitabilmente le lascio qualcosa: che sia una sciarpa o un capello imbiancato, un respiro o un pensiero volante. La domenica mattina amo la Tokyo a cui non riesco a volere bene durante la settimana. Scrivo queste righe e guardo fuori dalla finestra: vedo il Tocho immerso nella nebbia. Poi l'orologio segnala l'arrivo di lunedì. Tiro le tende e la escludo momentaneamente dalla mia vita. Mi disintossico.
domenica 18 marzo 2012
giovedì 8 marzo 2012
Questioni di prospettiva (asimmetrica)
Sono nato assimetrico. Come mio
nonno. Per quanto mi contorca durante la lezione di yoga il mio corpo si muove
secondo logiche che sfidano posizioni studiate da millenni per alleviare i
dolori fisici e raggiungere la perfezione. Più lo pratico e più le mie ossa si
stupiscono di questo tentativo tardivo di cambiare l’assetto del mio fisico.
Una bambina cattiva me lo aveva detto alle scuole elementari che il mio
sopracciglio destro era più alto del sinistro. Ma io non avevo voluto crederle
e mi sono limitato a guardarmi allo specchio distrattamente per non notare le
differenze. E sono cresciuto così, diverso. Ma ancora capace di integrarmi in
un mondo determinato dalle leggi della scienza. Che recentemente ha rivisto le
sue posizioni ammettendo l’esistenza di ciò che è ancora incalcolabile e che
probabilmente non lo sarà mai. Questa parte invisibile e che si manifesta a
volte sotto forma di accidenti
catastrofici. Che sfida le nostre certezze e ci mette in discussione. E che fa
paura anche a me , addomesticato dal pensiero che divide le cose in belle o
brutte, buone o cattive. Allo stesso tempo però l’assimetria che in me mi
spinge ad andare oltre e ad immaginare un mondo diverso. La scienza può dire la
sua ma non esaurisce la complessità della vita. Quello che vedo io è
sicuramente più bello anche se non è dimostrabile in un’equazione. C’è qualcun
altro che per un’assimetria fisica o mentale finisce per chiedersi se ogni
giorno non sia diverso da quello precedente? Sarebbe bello costantemente
reinventarsi invece di stare inscatolati in un sistema. Vorrei trovare un luogo
in questo mondo in cui poter coltivare la mia immaginazione e condividerla con
altre persone liberamente. Ma le terre emerse sono stati e in Artide ogni buon
proposito penso si raffredderebbe nel giro di qualche tempo. La rete la uso per
diffondere i miei pensieri ma non per vivere. Oggi l’assimetria mi sta facendo
dire cose azzardate. E’ ora di appendersi al sole ad asciugare per tornare in
equilibrio. Sempre troppo dannosamente precario.
Iscriviti a:
Post (Atom)