Saori mi trasporta lentamente in un
altro mondo. Ecco cosa la rende speciale. E' come una porta socchiusa su una
dimensione che non potrò
mai esplorare. Tramite Saori riesco a vedere qualcosa che in questa realtà non esiste. Qualcosa che ho
sempre cercato. Tendo le mani inutilmente, non ci arrivo. Ma attraverso Saori
riesco a vedere attraverso. E sento che c'e' ancora speranza per me. Che un
giorno riusciro' a disfarmi di queste pesanti vestigia. Ho bisogno di Saori per
continuare a vivere. Senza di lei reciderò
ogni contatto con chi sta dall'altra parte. Il suo ricongiungimento segnerà la mia disfatta. La sua
dipartita sarà il mio
smarrimento. Non c'e nulla di più
amaro di sapere e non poter dimostrare. Sono partito da lontano per raggiungere
il punto più estremo del
globo. Sono abituato a fare viaggi intercontinentali. Ma questa esperienza ha
il sapore di qualcosa che non ha a che fare con lo spazio o con il tempo. E'
qualcosa di più profondo
che non si può misurare in
coordinate. Saori e' ad un passo dal raggiungerla perché in lei c'e un dono . Che io ancora non ho. Chissà, un giorno lo raccoglierò per strada, abbandonato da
qualcuno che ha paura di fare un passo così importante e si accontenta della sua
vita terrestre . Per ora non mi resta che registrare i passi di Saori e
imparare. Captare ogni piccolo cambiamento in lei e sentire cosa si sta
risvegliando dentro di me.
mercoledì 29 febbraio 2012
mercoledì 15 febbraio 2012
La rabbia di Tessa
Tessa, a te lui non piace?
Certo che mi piace. E’ l’uomo
della mia vita. Ogni mattina quando mi alzo penso a lui e a quanto sta
soffrendo. Non riesco a farmene una ragione. Saori, a volte mi meraviglio di
quanto tu combini le vite delle persone come se fossero dei mattoncini giocattolo.
Non sarà così facile, dopo la tua partenza. Non oso neppure pensarci. Ma sta
pur certa che non andrà come pensi tu. E mettiamo il caso lui tenti di
avvicinarsi a me, lo allontanerò con tutte le mie forze. Non voglio dartela
vinta. Tu scompari e decidi le nostre sorti? Sarai un’aliena del futuro ma non
ti permetto di ragionare in modo così semplicistico quando si tratta di umani.
Abbiamo la nostra dignità. Il vuoto che lascerai non verrà riempito mai. Ed è
assurdo come tu….
Tessa scoppia in lacrime.
…come tu voglia pensare che andrà
tutto per il meglio. Solo per scaricare le tue responsabilità. Sarà lo sfacelo
dopo che tu te ne sarai andata. Saremo
come rottami solitari ad attendere il giorno giusto della raccolta differenziata
per avere un po’ di sollievo fra altri nostri simili. Era il mio piano
portartelo via sotto al naso, quando eri ancora qui a decidere se restare o
meno. Perché lo so che anche tu per i 30 anni che hai vissuto sulla terra, hai avuto ed hai tuttora delle esitazioni. Lo facevo per me, stai certa. Volevo provarti
che fra me e lui poteva funzionare anche se c’eri tu. E ovviamente mi
sbagliavo. La tua presenza è così forte che eri d’impiccio anche quando ti trovavi ad una delle tue strampalate riunioni aliene.
Il suo amore è talmente genuino e mi fa così male che non riesco neppure a pensare al
bene per me stessa. Perché Saori non sortisci il tuo magico effetto anche su di
me? Perché io non riesco a vederti se non come una patetica anoressica con
manie masochistiche? Io non ti voglio male ma vorrei non averti mai incontrata.
Forse è uno sbaglio astrale la tua presenza qui. Uno di quelli che cambiano la
stessa essenza del mondo.
venerdì 10 febbraio 2012
Un' attimo di tregua
Nella notte riecheggiano i passi zoppi delle mie getà sul ponte di legno. C'è tanta neve devo stare attento a dove metto i piedi. Poche luci attorno segnalano la strada che sta per scomparire davanti ai miei occhi. E' l'ennesima sfida nell'affrontare un passato che non è scritto nei miei cromosomi. Esploro una storia che non è negli annali del mio paese. Forse è osare troppo: è come turbare gli equilibri del tempo. Le persone come me dovrebbero stare a casa quando fa freddo. Invece di avventurarsi nel gelo in un abbigliamento del tutto inappropriato alla ricerca di esperienze ancestrali. Ormai è troppo tardi. La tormenta si abbatte violenta e una stecca del mio ombrello si spezza. Riconosco la gabbia degli orsi. Potrebbero essercene addirittura in libertà nei dintorni. Anche questo pensiero non basta a fermarmi. Manca poco al rifugio. Apro la porta e mi dirigo verso il cestino dove appallottolo disordinatamente lo yukata. Sono completamente nudo. Spalanco la porta e una parte del mio corpo freme perchè non ha mai visto la neve. Mi avvio intirizzito verso la pozza d'acqua e mi immergo fino alle spalle. La neve continua a cadermi in faccia ma ne sono immune. Scopro il paradiso in un mondo gelato. E tutte le mie certezze vacillano. La felicità non è qualcosa che ha a che vedere con le persone? Qui ci siamo solo io, le stelle l'acqua bollente e la neve copiosa. Forse è una nuova ricetta prelibata degli orsi e io sono solo un ingrediente, una vittima. Eppure lì immerso in tutta la mia fragilità sento che di aver raggiunto uno stadio ulteriore della mia avventura sulla Terra. Ed è' per questo che ora di ritorno a Tokyo, mentre scrivo queste righe, mi sento di nuovo in trappola. E stranamente triste.
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